La musica e le ragioni dell’anima, monologo lirico con Kieran White

KIERAN WHITE Haute-Contre
MARCIO DA SILVA Direttore musicale e regia
FRANCESCO VITALI Costumi, scene, light designer
ENSEMBLE ORQUESTA
ALEC BOREHAM Collaborazione alla scena, assistente scenografo
GIARDINO22 ARTLAB MILANO, AUDIOLUCI proiezioni video e camere

 

CREATO E SVILUPPATO DA

Francesco Vitali

Kieran White

Marcio da Silva

 

 

Musiche di C. Monteverdi, F. Cavalli, G. Carissimi

Nuova Produzione Monteverdi Festival – Fondazione Teatro Ponchielli di Cremona

Ore 20:30 Teatro A. Ponchielli

 

Dodici personaggi, dodici stati emotivi e un’anima.


Il tenore Kieran White esplora le diverse sfaccettature di dodici diversi personaggi in un “gioco di canzoni” barocco quasi drammatico incentrato su 12 fasi della vita, ciascuna delle quali rappresentata da un “affetto” musicale: Giocosità, Gioia, Lussuria, Amore, Coraggio, Disillusione, Dipendenza, Paura, Rabbia, Disperazione, Tristezza e Isolamento.
Qui “le ragioni dell’anima”, citando il titolo di questo spettacolo, o meglio dire di questo monolgo musicale, sono le ragioni e le motivazioni degli “affetti”, dei sentimenti che affiorano attraverso la musica, e sono rappresentati anche da 12 momenti temporali che scandiscono la sua vita, dalla sua nascita alla sua morte. In un’azione contraria, il personaggio inizia il suo viaggio vestito, si spoglia del suo fardello con il passare del tempo e al termine rimane “nudo”, privo di sentimenti, di pensieri, senza alcun preconcetto. Chiunque può ritrovare in esso la propria coscienza, la propria essenza atavica nel momento della creazione. Tutto ruota intorno ad un numero e al suo significato in senso assoluto, il 12.
L’azione scenica avviene all’interno di un cerchio luminoso, dove il tempo viene scandito, e che senza direzione, mostra la sua forza divina collegata da sempre al cielo. Il nostro personaggio, come l’uomo vitruviano di Leonardo, è dentro il suo stesso “infinito”, dentro il ventre materno della madre terra, che gli ricorda e ci ricorda quanto di più fragile è fatta la nostra essenza. I frammenti della sua di esistenza, vengono qui ritratti e raccontati utilizzando la magia della musica di Claudio Monteverdi e di alcuni suoi contemporanei.


Monteverdi e Cavalli formano un mondo musicale unico e intercambiabile. Ascoltiamo la loro musica con molta flessibilità, energia ed equilibrio. Scopriamo che la purezza di questa musica si avvicina ai nostri veri sentimenti come umani e crea una forte connessione tra esecutore e pubblico. L’Ensemble OrQuesta ha una lunga esperienza nell’esecuzione di opere barocche, specialmente di questo periodo specifico, avendo allestito molteplici produzioni de L’Incoronazione di Poppea, La Calisto, L’Orfeo, L’Euridice e produzioni revival di Xerse e L’Egisto.


Il nostro personaggio indossa un abito senza tempo, che a tratti ci riporta nel XVII secolo, a tratti ci rimanda a una contemporaneità a noi vicina e più riconoscibile quasi come una rockstar punk. Il tempo è scandito anche dagli elementi del costume che si modificano, che spariscono, che evolvono come l’anima stessa del personaggio che lo indossa. Il colore nero presente nel costume con tutte le sue sfumature, penetra dentro di noi come una lama gentile. Il rosso vivo di un drappo leggero, ora è gonna, ora è sangue, ora è amore ora è ventre sporco, ci spaventa, ci avvolge e ci scalda.


Sotto la direzione del regista minimalista Marcio da Silva, Kieran mostra una narrativa astratta che sperimenta la fisicità di ogni personalità immaginaria mentre esplora connessioni insolite con aspetti della sua vita. Il designer di fama internazionale Francesco Vitali crea atmosfere e trasformazioni, abbinando sfumature di luci, oggetti di scena e costumi alle transizioni musicali. Il risultato è una performance in cui viene esposta l’essenza del performer Kieran White.